La marca da bollo compie 161 anni!
Il nome marca deriva dal tedesco märke, cioè confine. Era stata creata come balzello da pagare alla frontiera per far entrare o uscire dalla marca (territorio) la merce o un documento che testimoniava l’identità del viaggiatore.
In Italia nasce con la legge unificatrice n. 586, promulgata il 21 aprile 1862, in cui si stabiliva una tassa di bollo sulla “carta” destinata agli atti pubblici e per quella destinata agli atti scritti privati quando venivano presentati in giudizio o davanti un’autorità giudiziaria, o quando ancora li si presentava all’ufficio del registro o li si inseriva in un atto pubblico.
Nel 1863 l’uso della marca da bollo entra definitivamente in vigore e nel 1911 viene esteso anche le colonie africane del Regno d’Italia.

Ma pare che la sua origine a livello concettuale sia ancor più antica. Già nell’Impero romano, infatti, Giustiniano avrebbe ordinato agli scrivani pubblici di redigere gli atti ufficiali unicamente su carta con sopra indicato il nome del funzionario addetto alla cassa imperiale.

La sua diffusione è stata abbastanza rapida. Nel ‘600 la marca da bollo compare negli ordinamenti tributari di Campania, Lombardia, Toscana e Spagna, scatenando numerosi tumulti, come può accadere con l’imposizione di nuove imposte. Nello stesso secolo, anche Inghilterra, Francia, Piemonte e Genova hanno vissuto l’introduzione della marca da bollo, con giustificazioni diverse come i crescenti costi di guerra.

Nel corso del tempo alcuni Paesi hanno deciso di abolire la marca da bollo, chi in modo definitivo come la Germania (1991) e chi parzialmente come l’Austria (2002).

Dal settembre del 2007  le marche da bollo cambiano forma e diventano autoadesive e possono essere rilasciate da esercizi autorizzati o dall’Agenzia delle Entrate per via telematica.
È proprio da questo momento che le vecchie marche da bollo diventano pezzi da collezionismo e il loro valore aumenta ancor più negli anni successivi: quelli della definitiva dematerializzazione.

Il collezionismo di questi oggetti, molto simili nella forma ai francobolli, vede anche la coniazione di un neologismo: “fiscalfilia” che indica la disciplina che si occupa di analizzare le marche da bollo e la carta bollata.