La moneta, quell’oggetto che condiziona moltissimo la vita di tutti e di cui tutti vorrebbero avere le tasche piene, come e quando è nata?
Secondo la tradizione greca l’invenzione dei soldi si deve a Creso, re di Lidia, che aveva talmente tanti soldi da non sapere cosa farsene e quindi lo trasforma in monete.
In realtà il passaggio tra baratto e nascita della moneta è un processo molto lungo e graduale.
Secondo il noto storico Alessandro Barbero l’invenzione della moneta è relativamente recente. Si colloca all’incirca nel VI o VII secolo avanti Cristo e avviene tra il Medioriente, il Mar Egeo e il Mar Mediterraneo. Le monete iniziano a circolare dapprima in Asia minore per poi diffondersi in tutto l’impero Persiano, in Grecia e più tardi in India.
Prima della moneta, intesa come la conosciamo noi oggi, si usava il baratto. Ma tra il baratto e la moneta vera e propria c’è stata una fase in cui veniva utilizzata quella che gli economisti chiamano la “moneta merce”, rappresentata da un bene dotato di un proprio valore intrinseco usato e riconosciuto comunemente come strumento di pagamento.
La “merce moneta”, dunque, non è denaro ma è un bene usato come tale. Era merce utilizzata normalmente per lo scambio e che aveva alcune caratteristiche simili al denaro. Era infatti considerata come una vera e propria unità di misura, con un valore preciso da attribuire ad ogni oggetto da comprare o vendere.
La moneta merce ha condizionato l’etimologia della parola moneta in diverse nazioni, oltre a mutuarne le immagini simboliche.
Ad esempio in Croazia fino al 2022, prima del passaggio all’euro, la moneta ufficiale in uso era la Kuna, che significa martora e riportava sul conio l’immagine di questo animale, perché tradizionalmente in questi paesi slavi gli scambi venivano fatti con le pelli di martora. In Russia il verbo “pagare” ha la stessa radice della parola “tessuto”, perché gli scambi venivano pagati appunto con i tessuti. Mentre invece in Giappone come merce moneta si usavano le misure di riso. In Islanda, invece, fino all’ottocento qualunque prezzo veniva tradotto in carichi di pesce secco.
Nell’Impero Romano, dove si coniavano già le monete, veniva usato come merce di pagamento il sale e i legionari percepivano il loro compenso non in oro, bensì appunto in sale. Proprio da questo fatto ha origine nella lingua odierna il termine “salario”, inteso come stipendio.
La fase successiva alla “merce moneta” è quella in cui si usano i metalli preziosi, ma non ancora trasformati in moneta, bensì in lingotti. In Cina, ad esempio fino a cento anni fa, oltre a coniare moneta, si usavano i lingotti d’argento come unità di scambio.
Il tempo ci dirà se il diffondersi dei pagamenti elettronici farà estinguere completamente l’uso delle monete, relegandole solo a materiale numismatico da collezionisti.